La collezione scandinava dell’Imago Museum di Pescara

L’avventura del nuovo museo – ubicato nel cuore della città – di fronte alla vecchia stazione di Pescara centrale, all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e Corso Umberto, è iniziata in sordina, a causa della pandemia, con una prima esposizione – fino al prossimo settembre – della mostra “Warhol e Schifano tra pop art e classicismo”, dedicata a due maestri dell’arte contemporanea. Il Museo, realizzato all’interno del palazzo già sede del Banco di Napoli,  esempio di architettura razionalista, con oltre 1200 metri quadrati,  è destinato a diventare “luogo di iniziative culturali e mostre temporanee di livello internazionale, oltre che all’esposizione delle collezioni della Fondazione Pescarabruzzo”, tra cui quella dedicata agli impressionisti scandinavi.

Un progetto ambizioso, interamente finanziato e realizzato dalla Fondazione. L’apertura del museo avviene con inevitabili condizionamenti nei tempi e nelle attività.  Abbiamo visitato in anteprima – e con  una certa emozione – la collezione scandinava – comprendente 130 opere – da ritenere la più importante presente in Italia. Le opere sono distribuite in quattro sale, come da alcune foto scattate durante la visita. Il fondo nero degli allestimenti fa da contrasto con la luminosità espressa dalle opere. L’esposizione inizia con il quadro di Henrik Olrik, artista danese che giunse a Civita d’Antino prima di Zahrtmann. Il quadro è datato 1877. Numerose le opere di Kristian Zahrtmann, il maestro di generazione di artisti che fu riferimento fondamentale della numerosa colonia scandinava, che frequentò Civita d’Antino a partire dal 1883 fino al terremoto del 13 gennaio 1915. Ma sono presenti anche importanti opere di P. S.Krøyer, Carl Budz-Møller, Sigurd Wandel, Joakim Skovgaard, Peter Tom-Petersen, Aage Bertelsen, Knud Sinding, Gad Frederick Clement, Peter Hansen, Johan Rohde, ecc. Sappiamo che gran parte delle opere è stata sottoposta ad un accurato restauro delle tele e delle cornici.

L’esposizione della collezione rappresenta il risultato di quello che anni fa sembrava soltanto un miraggio,  soprattutto quando dal 7 al 31 luglio 2009 venne realizzata, con il sostegno della Fondazione, una piccola mostra “Il lungo viaggio dal nord: l’Abruzzo nei dipinti degli artisti scandinavi”, con un limitato numero di opere provenienti da collezioni private. Ricordo ancora le discussioni preparatorie con Piero Moscone e Katia De Simone, dell’Associazione Culture Tracks di Pescara, che curò l’allestimento e il relativo catalogo in cui vennero presentate per la prima volta opere di quella scuola nella terra che le avevano ispirate, come non posso dimenticare l’incredulità e l’entusiasmo di Lionello Fabriani, scomparso l’anno successivo mentre si apprestava a dare il suo appassionato contributo per celebrare i cento anni della Pro Antino, la pro loco di cui era presidente onorario Kristian Zahrtmann. Da quella mostra iniziò il paziente e lungimirante  percorso della Fondazione, presieduta  dal prof. Nicola Mattoscio,  finalizzato a riportare in Italia i quadri “abruzzesi” di Zahrmann e di altri artisti della sua scuola. Un’autentica impresa. Mi piace però ricordare anche tante persone e associazioni, a cominciare da Italia Nostra (sez. di Pescara), il club di territorio del Touring Club Italiano, l’Associazione Culturale Il Liri, la rivista D’Abruzzo, che con passione hanno subito colto il valore di quell’affascinante passato con visite guidate, incontri e dando spazio ad articoli e pubblicazioni.

In una regione che non si distingue certo per la cura e la valorizzazione del suo vasto patrimonio culturale, va riconosciuto alla Fondazione Pescarabruzzo il merito di aver coraggiosamente creduto in questa straordinaria operazione in grado di offrire ad una platea internazionale – e naturalmente agli stessi abruzzesi – la felice stagione di Zahrtmann e di Civita d’Antino, paese che oggi sembra rivivere all’improvviso attraverso i suoi tanti paesaggi, spesso con lo sfondo della Valle Roveto e talvolta del fiume Liri, le sue scene di vita quotidiana e i tanti volti, soprattutto femminili, la religiosità popolare, la mietitura, Porta Flora, Palazzo Ferrante, ecc.,  che permettono una magica immersione in quella comunità viva di fine ‘800. Si può anche scoprire come la scuola di Zahrtmann indusse alcuni artisti a muoversi anche in altre località della regione, come Scanno, Sulmona, Celano, Magliano dei Marsi (Santa Maria in Val Porclaneta), ecc. Sono quadri che oltre al valore squisitamente artistico – notevole in alcune opere – esprimono una rilevante importanza “documentale” anche sul piano antropologico e delle tradizioni popolari, con una più ampia valenza a livello territoriale. Quando l’epidemia lo permetterà, ci sarà sicuramente modo per una inaugurazione all’altezza della straordinaria collezione, che potrà rappresentare anche una positiva opportunità per il futuro di Civita d’Antino. (articolo di Antonio Bini)

Imago Museum Corso Vittorio Emanuele II, 270 – 65122 Pescara 

Orari: dal martedì alla domenica 10,30-13,30 | 16,00- 20,00

Informazioni e biglietti: imagomuseum.it


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