Il ministro svedese del futuro in visita in Italia; Abruzzo, Civita d’Antino e curiosità per Kristina Persson

(di Antonio Bini) Non di rado dall’Italia si guarda con interesse ai paesi scandinavi e alla Svezia in particolare, al suo welfare. Da quando si è insediato il nuovo governo presieduto dal socialdemocratico Löfven (ottobre 2014) suscita curiosità la figura di Kristina Persson, ministro per le strategie future e la cooperazione nordica, di cui si sono occupati nei mesi scorsi anche i principali quotidiani italiani. La Svezia è il primo paese al mondo a nominare un Ministro che abbia come priorità lo sviluppo a lungo termine delle idee. Il lavoro del Ministro Persson coinvolge, tra l’altro, la conversione ecologica e altre iniziative volte a promuovere lo sviluppo sostenibile in termini economici, sociali e ambientali.

Il “ministro del futuro” – così è stata definita – è stata in Italia per una intensa due giorni. Il 7 marzo a Roma per un incontro bilaterale con il ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi, per un confronto di idee sulle riforme per un futuro sostenibile e in serata è intervenuta ad un seminario promosso dall’Ambasciata di Svezia e dall’associazione italiana Diplomatia sui temi della cooperazione globale per combattere i cambiamenti climatici e l’impatto della digitalizzazione sul mercato del lavoro. L’8 marzo è stata al centro dell’ultima edizione del Pomilio Forum, tenutosi a Pescara l’8 marzo, con al centro il tema “La rivoluzione della felicità”, al quale è stata invitata come main speaker, per poi ricevere il premio “Ethic Award” per la sua pluriennale attività in favore delle generazioni attuali e quelle future. Attesa con molto interesse nel contesto di un appuntamento annuale nato con l’obiettivo di riunire pensatori ed esponenti di diverse culture per rappresentare e interpretare gli scenari del cambiamento è stata presentata dai media come la “ministra per il futuro”, in un paese – l’Italia – dove la politica raramente supera la visione contingente del presente, quasi sempre legata all’immediatezza del consenso elettorale. La sig.ra Persson è una matura signora che vanta un lungo e prestigioso percorso professionale e anche politico, capace di unire la sua vasta esperienza in vari settori con una visione di prospettiva della Svezia, allargata a orizzonti globali, più ampi della stessa Europa.

Appena il tempo di affacciarsi sull’Adriatico, per una breve passeggiata sul lungomare e poi all’Aurum, sede del Forum, in una imponente struttura di inizio novecento che ha mantenuto il nome dello storico liquorificio che l’occupava in passato. L’Italia è il mio Paese europeo preferito – ha esordito. Il suo omaggio all’Italia non sembra formale, in quanto del nostro paese ha anche una discreta conoscenza della lingua con cui inizia il suo discorso, per poi proseguire in inglese, “solo per essere più precisa”, avverte la vasta platea che la segue con attenzione e simpatia. Kristina Persson ha sostenuto che occorre una visione lungimirante per costruire lo sviluppo: “Per poter vivere felici e generare una crescita duratura è fondamentale generare una crescita equa e avere una buona governance. Ridurre la diseguaglianza è un obiettivo dell’agenda europea. Per costruire lo sviluppo serve una visione lungimirante: parità di genere, fiducia negli altri e nelle istituzioni e innovazione sono fattori che contribuiscono a costruire il futuro. In questo processo naturalmente è fondamentale che siano protagonisti i cittadini, sottolinea il ministro, la quale sottolinea che “c‘ è una stretta correlazione tra competitività e fiducia nelle istituzioni: l’alta fiducia nei confronti delle istituzioni che contraddistingue i cittadini svedesi è determinata da istituzioni pubbliche molto forti e prive di corruzione”. Ha poi osservato “che il mondo sta cambiando velocemente e le pubbliche amministrazioni sono chiamate ad evolversi, ad adeguarsi al cambiamento. Ma nessuna società può sopravvivere senza la solidarietà”.

Il richiamo alla solidarietà ha acquistato un significato particolare per la presenza nel Forum di Spyros Galinos, sindaco dell’isola greca di Lesbo, approdo di migliaia di disperati, la cui popolazione è candidata a Nobel della pace, inducendo a riflettere sulle difficoltà dell’Europa nel fronteggiare con senza scelte unitarie la drammatica ondata di profughi e rifugiati in fuga dalla Siria e da altre zone di guerra. Ma il contributo del ministro svedese è sembrato riprendere in positivo le teorie sul “sogno europeo” care all’economista americano Jeremy Rifkin, seguendo un percorso che richiederà inevitabilmente fasi conflittuali e progressivi adattamenti. La Persson, accompagnata dall’ambasciatore Robert Rydberg, ha concluso il suo intervento tra i consensi del numeroso pubblico, costituito da pubblicitari, giornalisti, esperti di comunicazione e progettisti di sviluppo. Prima di ritornare in Svezia ha chiesto di poter visitare la casa natale del poeta Gabriele d’Annunzio, ubicata in quella piccola fetta di centro storico rimasta indenne dai bombardamenti che nel 1943 distrussero quasi interamente la città. Nella visita al museo è stata accompagnata dal sindaco Emilio Alessandrini, dall’assessore Paola Marchegiani e dalla direttrice Cristina Semproni.

In una intervista rilasciata al quotidiano “Il Centro” racconta che l’Abruzzo poi con le sue montagne ricoperte di neve le ricorda la sua regione nel nord della Svezia, di aver letto Silone e che sapeva della ottocentesca colonia dei pittori scandinavi a Civita d’Antino, appartato paese tra le montagne della Valle Roveto.

Inseguire la felicità e il futuro non escludono la memoria del passato e lo straordinario patrimonio culturale comune che unisce l’Europa.

Sono diversi gli articoli che hanno che hanno espresso ammirazione e giudizi largamente lusinghieri sul suo intervento, nei quali è apparsa un saggio e credibile guru sui temi dello sviluppo sostenibile e della cooperazione piuttosto che un esponente governativo. Un sito di informazione è giunto addirittura a titolare “Tutti pazzi per Kristina Persson”. A parte il valore e l’umanità della Persson, si tratta di riflessi dettati probabilmente da improponibili confronti con la politica italiana e il clima di sfiducia e di rassegnazione diffusi in un paese – l’Italia – da anni in difficoltà, e non solo per la sua economia, quanto per la credibilità delle sue istituzioni, dalle quali i cittadini non si attendono certo la felicità, ma semplicemente il soddisfacimento dei bisogni più elementari ed un corretto e trasparente funzionamento delle amministrazioni pubbliche.